Navigando su internet ho trovato tra tante cose una che mi sta molto a cuore, la storia dell'alfa romeo Alfetta...perchè a cuore, papà ne possedeva una seconda serie 2.0 130cv e ogni volta che girava la chiave per metterla in moto, un emozione....
Ecco per voi la storia:
Nel 1972 il progetto 116 è pronto per essere presentato con il nome di Alfetta. La linea, elaborata dal Centro Stile Alfa Romeo, con la parte frontale piuttosto raccolta e quella posteriore voluminosa, concilia le esigenze di sportività con quelle di capacità di carico. Si tratta di un netto distacco dalle linee arrotondate della Giulia; la nuova berlina si avvicina più alla filosofia della 1750, che per l'appunto va a sostituire. Ma è, come al solito, la meccanica a fare la parte del leone e a distinguerla nettamente dalle concorrenti. In un certo senso si può dire che l'Alfetta è l'auto di serie più rivoluzionaria e innovativa della casa Milanese costruita dal dopoguerra.
Lo studio della Alfetta venne avviato nel 1968 dal reparto Progetti ed Esperienze diretto dal grande Orazio Satta Puliga e si avvaleva della preziosa e determinante collaborazione di Giuseppe Busso per quanto concerne la parte meccanica e di Ivo Colucci per il design.
La disposizione degli organi meccanici con motore anteriore longitudinale arretrato e gruppo frizione-cambio-differenziale (schema Transaxle) al retrotreno ha come effetto un'eccellente distribuzione dei pesi. Il raffinato ponte posteriore è del tipo De Dion, con i freni a disco posteriori "inboard", cioè vicino al differenziale, per consentire una netta diminuzione delle masse non sospese. Proprio questa somiglianza tecnica con la monoposto 159, detta appunto "Alfetta", campionessa del mondo di F1 nel 1951 convinse la dirigenza a battezzarla Alfetta. Anche la geometria delle sospensioni anteriori è inedita per un'Alfa, con elementi elastici a barra di torsione, cosi come lo sterzo a cremagliera, che ha il piantone del tipo regolabile. Il motore 4 cilindri in linea bialbero tutto in alluminio è lo stesso della 1750, il 1779cc, eccezion fatta per il diverso disegno della coppa dell'olio e il funzionamento della ventola di raffreddamento a funzionamento separato dal motore, anche i collettori di scarico hanno un diverso disegno. Nella primavera del 1975 venne presentata la economica 1.6, la 1.8 intanto subisce un piccolo restyling, leggerissimo, la seconda serie è facilmente identificabile per la calandra priva dei tre profili cromati, con lo scudo Alfa più largo, i quattro rostri paraurti ora sono completamente in gomma, sul baule compare la scritta Alfetta 1.8, i bracci dei tergicristalli sono neri. All'interno è stata modificata la lave di apertura del cofano motore e la scatola portafusibili, viene eliminata la scritta Alfetta in corsivo posta nella plancia. Insolita la parabola della potenza del 1.8: 118 cavalli in questa fase a 5300 giri, nel febbraio del 1977, subito dopo la presentazione della 2000, le versioni 1.6 e 1.8 vengono unificate negli allestimenti, la potenza del 1.8 risale agli originari 122cv.
La versione 2000 venne presentata al salone di Ginevra del 1977, gli elementi di distinzione dalla precedente serie sono parecchi, a cominciare dal frontale, più basso e allungato di circa 10cm, con due gruppi ottici rettangolari inseriti in una calandra più squadrata e scura. Il cofano ora non si apre più controvento, mentre i grossi paraurti in acciaio hanno inserti in poliuretano espanso e incorporano anteriormente gli indicatori di direzione. La fiancata è caratterizzata dall'assenza del deflettore anteriore e dalle griglie di sfogo dell'aria più larghe, mentre i gruppi ottici posteriori sono maggiorati. La plancia è in materiale plastico marrone, nuovo il volante e la tappezzeria. Nel 1978 venne proposta una inedita versione, si chiama Extra Comfort e viene prodotta in 2500 unità. A questa se ne aggiunge nel 1981 un'altra, detta LI America, con doppi proiettori allo iodio e paraurti tipo USA e iniezione meccanica della SPICA (1307 esemplari prodotti).
La gamma viene completata nel 1982 con la Quadrifoglio Oro, una 2.0 con iniezione e frontale vecchio stile, la seconda serie adotterà anche il variatore di fase - brevetto Alfa del 1980, e l'iniezione CEM, letteralmente controllo elettronico motore, cioè tramite un apposito comando posto nella plancia il motore poteva funzionare in modo modulare, a due o quattro cilindri, salvaguardando in tal modo inquinamento e consumi. Tale sistema è stato ripreso nel 1999 dalla Mercedes per la sua ammiraglia, la classe S. L'ultimo aggiornamento della Alfetta è datato 1983.
sotto alcuni dettagli della Alfetta '82
TUTTE LE ALFETTA - DALLE ORIGINI
versione - cilindrata cc - potenza max CV - anno presentazione/fine model year
Alfetta - 1779 - 122 - 1972/1975 1972
1.6 - 1570 - 108 - 1975 2 fari
1.8 - 1779 - 118 - 1975 scudo largo
2.0 - 1962 - 122 - 1977
2.0 L - 1962 - 130 - 1977
2.0 America - 1962 - 111 - 1978
TD - 1995 - 82 - 1979 - motore VM
1.6 - 1570 - 109 - 1981
1.8 - 1779 - 122 - 1981
2.0 - 1962 - 130 - 1981
TD - 1995 - 82 - 1981 - motore VM
Quadrifoglio - 1962 - 128 - 1982 1982
Quadrifoglio Oro - 1962 - 125 - 1982
2.4 TD - 2393 - 95 - 1983 - motore VM
Quadrifoglio Oro - 1962 - 130 - 1983
1.6 - 1570 - 109 - 1983
1.8 - 1779 - 122 - 1983
2.0 - 1962 - 130 - 1983
2.0 TD - 1995 - 82 - 1983 - motore VM
N.B: sono escluse le versioni GT e GTV
Alfetta Berlina - codice tipo - Motore Tipo - anno produzione
Alfetta - Typ 116.08 01608 1972
Alfetta 1.8 - Typ 116.42 - 01678 *X - 1975
Alfetta 1.8 - Typ 116.42A - 01678 - 1980
Alfetta 1.8 - Typ 116B2 - 01678 - 1981
Alfetta 1.6 - Typ 116.00 - 01600 - 1974
Alfetta 1.6 - Typ 116 B1A - 01600 - 1981
Alfetta 2000 - Typ 116.55 - 01623 - 1977
Alfetta 2000 L - Typ 116.55C - 01655 - 1978
Alfetta 2.0 - Typ 116.55F - 01655 - 1981
Alfetta Q Oro (C.E.M) - Typ 116.55M - 01334 - 1982
Alfetta Q Oro - Typ 116.58C - 01674 - 1982
Alfetta Q Oro (C.E.M) - Typ 116.55N - 01713 - 1983
Alfetta 2.0 America - Typ 116.58 - 01615 - 1978
Alfetta 2.0 America - Typ 116.58B - 01674 - 1981
Alfetta 2.0 TD - Typ 116 B - 4HT/2 - 1979
Alfetta 2.0 TD - Typ 116 BA - 4HT/2 - 1983
Alfetta 2.0 TD - Typ 116 B* - 4HT/2.4 - 1983